Tendiniti, contratture e infortuni muscolari ricorrenti: solo problema del muscolo?
- Simone Ferrari D.O.
- 7 gen 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 26 mar 2020
Se sei uno sportivo sicuramente ti sarai trovato ad affrontare, almeno una volta, infortuni muscolari come tendiniti, affaticamenti, contratture e strappi.
Durante l’attività sportiva può capitare di sovraccaricare in maniera eccessiva i nostri muscoli come succede durante una gara intensa in cui diamo il tutto per tutto.
Facciamo un esempio: sono un giocatore di tennis, mi iscrivo ad un torneo e gioco diverse partite; arrivato alla 4°/5° partita di fila, durante uno scatto per arrivare su una palla, inizio a sentire una “fitta” a livello della coscia che peggiora sempre di più mentre mi muovo sul campo.
Questo è un classico esempio in cui il giocatore ha “stressato” in maniera eccessiva la sua muscolatura, la quale non era preparata per un’ attività così intensa, e dopo averla sollecitata a lungo è arrivato l’ infortunio. Esso può essere più o meno grave: si va da uno stadio più lieve come il caso di una contrattura, tendinite o di un affaticamento, ad uno stadio più severo come lo stiramento/strappo muscolare.
Soffrire di infortunii a causa di un sovraccarico delle nostre strutture è assolutamente normale. Il corpo deve essere allenato per reggere i ritmi di un’attività intensa. Se non lo è, andremo inevitabilmente incontro a queste problematiche prima o poi.

Quello di cui vorrei parlare oggi non è la persona che soffre sporadicamente di un infortunio, una tantum per il troppo sforzo; vorrei invece soffermarmi su coloro che in maniera ciclica accusano sempre lo stesso problema.
La riflessione che ti vorrei passare è la seguente:
Perché alcuni soggetti soffrono costantemente dello stesso infortunio muscolare?
Ad esempio: il tennista che in maniera ricorrente si infortuna sempre e solo alla coscia destra, e non riesce ad avere continuità negli allenamenti perché questo problema si continua a presentare. O ancora: il calciatore che ogni domenica si trova costretto ad uscire dal campo anzitempo perché il polpaccio comincia a tirare e a far male, non permettendogli più di correre normalmente.
Le spiegazioni a questa domanda possono essere molteplici, vediamone alcune:
Recupero non corretto della lesione muscolare: il soggetto ha sofferto in passato di un infortunio nella zona in cui ha dolore e ha ripreso l’attività fisica troppo precocemente, non permettendo la corretta guarigione dei tessuti. Se non rispettiamo i giusti tempi di recupero, le strutture mio-fasciali non cicatrizzeranno bene e avremo una recidiva.
Esercizi mal eseguiti in allenamento: se gli allenamenti a cui mi sottopongo non sono ben bilanciati e strutturati c’è il rischio che alcuni esercizi stimolino maggiormente una parte del mio corpo portandomi ad uno scompenso e di conseguenza ad un possibile infortunio.
Patologie locali o sistemiche: è possibile che il dolore sia provocato da un processo patologico più o meno grave nella zona dolorante o in altri distretti del corpo.
Una volta che abbiamo escluso alcune cause primarie, possiamo soffermarci su un’ulteriore punto, che può dare una svolta nella risoluzione del problema:
Alterazione posturale
Se una disfunzione muscolo-scheletrica, viscerale o cranica ci costringe a mantenere una posizione non confortevole, influendo negativamente sulla nostra postura, con il tempo il nostro corpo non sarà più in grado di adattarsi ed ecco che inizierà il dolore.
Prova a pensare a cosa potrebbe succedere se tu ogni giorno portassi una borsa molto pesante sempre e solo con la mano destra, che ti mantiene leggermente inclinato con la schiena per diverse ore al giorno; probabilmente anche tu stai pensando: dopo un po’ di tempo avrei mal di schiena! Ed è proprio così.
Il concetto è lo stesso, ma al posto della borsa c’è una disfunzione articolare a mantenerti in quella posizione. Il risultato però non cambia--> mal di schiena.
Da questo possiamo intuire che andare a riabilitare solamente il muscolo o stare fermi aspettando che passi non è la soluzione. Perché? Se non rimuoviamo la causa il dolore si ripresenterà…e molto probabilmente è per questo motivo che continui a spendere soldi in terapia senza alcun risultato a medio-lungo termine. Stai trattando il sintomo, non la causa che genera il dolore.
Qual è la soluzione?
Rivolgiti ad un Osteopata: attraverso le sue conoscenze e la collaborazione con altre figure sanitarie come il medico di riferimento è in grado di risalire alla causa primaria che ha scaturito questo dolore che non vuole passare, e nel giro di qualche seduta (a seconda di vari fattori) risolverà o migliorerà drasticamente la tua problematica.
Concludendo: diverse dunque possono essere le cause che portano ad avere un dolore continuo e per questo è bene sottoporsi a tutte le analisi chimiche e strumentali suggerite dal medico. Una volte escluse patologie e altre problematiche di competenza medica, affidati al tuo Osteopata per ritrovare la corretta postura e tornare in salute.
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Alla prossima
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